Introduzione:
L’ insilamento è una tecnica di conservazione del foraggio, realizzata per acidificazione della massa vegetale ad opera di microrganismi anaerobi con lo scopo di impedire il proliferare di altri microrganismi potenzialmente tossici o alteranti andando a preservare le caratteristiche dei prodotti.
La corretta riuscita e la massimizzazione dell’efficienza di tale processo dipendono da numerosi fattori ma i due punti di notevole importanza sull’ ottenimento di un prodotto stabile, correttamente conservato e di qualità sono:
- Corretto sviluppo e controllo delle fermentazioni durante le prime fasi dell’insilamento;
- Velocità di acidificazione del prodotto (abbassamento pH);
Nello specifico questi due fattori risultano di notevole importanza sul controllo delle perdite di sostanza secca del prodotto ottenuto. Ai fini dell’ottimizzazione del processo d’ insilamento, infatti, le fermentazioni iniziali e la conseguente acidificazione, dovrebbero avvenire il più velocemente possibile in modo che le sostanze nutritive quali zuccheri e proteine vengano utilizzate il meno possibile dai batteri per replicarsi e di conseguenza conservate nel prodotto “finito” che risulterà quindi avere un maggior rendimento.
Vantaggi di utilizzo:
In seguito a ciò che è stato detto precedentemente si lega la possibilità di utilizzare degli additivi (inoculanti batterici) capaci di pilotare le fasi fermentative e di conseguenza conservative dei prodotti insilati riuscendo a ridurre al minimo le perdite quali-quantitative derivanti dalla pratica dell’insilamento.
Deve essere chiaro, prima di elencare i vantaggi nell’impiego di inoculanti batterici, come gli elementi nutritivi di un insilato e la sua conservabilità siano primariamente derivanti da:
- Qualità della coltura prima del raccolto (epoca di raccolta e maturazione);
- Corretta gestione del cantiere di raccolta;
- Corretta gestione della fase di insilaggio;
Se, e solo se, tutte le fasi prima elencate vengono svolte nelle corrette modalità allora entra in gioco il valore aggiunto dell’inoculante batterico che contribuisce all’ottenimento di un insilato di qualità alta andando a ridurre al minimo le perdite qualitative ed economiche.
Andiamo ora ad elencare alcuni dei principali vantaggi che un buon inoculante batterico apporta ad un insilato:
- Acidificazione inziale veloce della massa con conseguente miglior conservazione di sostanza secca ed energia dell’insilato;
- Ottenimento di un profilo fermentativo ideale con conseguente miglior conservazione della sostanza secca all’apertura del silo grazie ad una maggiore stabilità aerobica;
- Incremento della digeribilità della fibra con “rottura” della frazione fibrosa e conseguente resa maggiore;
Omolattici ed eterolattici:
Gli inoculi batterici utilizzati in agricoltura, sono studiati per favorire fermentazioni specifiche all’interno dei nostri foraggi; in base a questa affermazione possiamo suddividerli in due grandi famiglie:
- Inoculi batterici omolattici
- Inoculi batterici eterolattici
Gli inoculi batterici omolattici producono essenzialmente acido lattico ed anidride carbonica mentre gli eterolattici producono acido lattico, acetico, etanolo ed anidride carbonica.
I batteri omolattici fermentano velocemente gli zuccheri solubili in acido lattico abbassando rapidamente il pH della massa; l’acidificazione ottimale del foraggio, limita le perdite di sostanza secca e di nutrienti durante la prima fase dell’insilamento.
I batteri eterolattici invece, trasformano gli zuccheri solubili in acido acetico e propionico che vanno ad inibire la crescita di lieviti e muffe sia durante la conservazione sia alla riapertura della trincea , incrementando così la stabilità aerobica dell’insilato stesso.
Come è facile intuire, combinando in uno stesso prodotto batteri omolattici ed eterolattici potremo ottenere un doppio vantaggio (motivo per il quale negli ultimi anni si è sempre più sviluppato lo studio di questo tipo di soluzioni); da una parte un’ottimale fermentazione iniziale con abbassamento rapido del valore di pH e dall’altra di conseguenza una ridotta perdita di sostanza secca, un’alta concentrazione di acido acetico ed una migliore stabilità aerobica.
Recentemente, in unione con le due tipologie di batteri appena citati, si è aggiunta la possibilità di avere degli inoculanti batterici con aggiunta di pool enzimatici capaci di degradare velocemente la biomassa aumentando il livello di zuccheri semplici disponibili ai lattobacilli per la trasformazione in acido lattico e aumentare la digeribilità del prodotto in quanto viene “pre-digerito”.
Oltre a ciò, diminuiscono le perdite di percolamento aumentando la capacità di ritenzione della fibra grazie alla degradazione della parete cellulare facilitando inoltre la fase di compattazione in trincea e relativa conservazione.
Come utilizzarli:
Affinché gli inoculi batterici possano manifestare pienamente i loro effetti, devono essere addizionati all’insilato in tassi sufficientemente elevati per poter intervenire in modo sistematico a livello fermentativo.
Appare chiaro dunque come i dosaggi consigliati dalle case produttrici in termini di dosaggi debbano essere sempre rispettati in modo che le unità formanti colonia siano sufficienti allo svolgimento dell’effetto auspicato.
L’uso di concentrazioni inferiori, rispetto alle indicazioni, riduce in modo molto significativo gli effetti attesi ed è il motivo per il quale invitiamo costantemente ad un utilizzo sapiente di tali prodotti onde evitare di rimanere delusi a causa di un errore di dosaggio.
L’inoculo batterico incide pochi centesimi in relazione alla produzione di energia prodotta giornalmente, e il suo potenziale di resa in termine di ritorno economico dell’investimento è potenzialmente molto alto (si pensa alla sola sostanza secca “risparmiata” in un insilato freddo rispetto ad uno caldo).
Come distribuire l’inoculo batterico:
Una volta che si è deciso di utilizzare inoculi batterici, al fine di ottenerne la miglior efficacia possibile, bisogna porre la massima attenzione durante le fasi di utilizzo al fine di distribuire in modo uniforme il prodotto su tutta la massa.
Tutto ciò può avvenire durante le fasi di raccolta se sulle macchine operatrici sono installate e programmate le corrette apparecchiature adibite alla distribuzione dell’inoculo sul foraggio durante la lavorazione; i punti solitamente utilizzati sono:
- Ugelli posizionati nel rotore della trincea;
- Ugelli posizionati sul braccio lanciatore della trincia;
- Ugelli montati all’uscita del mulino in caso di prodotti macinati come ad esempio il pastone di granella;
In alcune realtà l’inoculo viene ancora dosato con barre irroratrici direttamente sul materiale scaricato in trincea prima di essere posizionato ma tale operazione è fortemente sconsigliata e da utilizzare solamente in caso di impossibilità di distribuzione prodotto direttamente in campo dal momento che aumenta il rischio di un dosaggio poco omogeneo.
Non bisogna nemmeno sottovalutare la quantità e qualità di acqua utilizzata solitamente per diluire l’inoculo batterico (forma granulare o liquida) dal momento che ogni specifico prodotto ha diverse modalità di diluizione che se non rispettate rischiano di inficiare la funzionalità del prodotto oltre al pericolo di ridurre l’effetto dell’inoculo a causa di acqua ad esempio con alti tenori in cloro.
Vogliamo ancora una volta rimarcare che l’operazione di distribuzione dell’inoculo nella massa insilata risulta di fondamentale importanza per la sua piena efficacia, va quindi eseguita con la massima attenzione pena il mancato o parziale raggiungimento dei risultati attesi e la minor efficienza di un investimento che non restituirà tutto il suo potenziale ritorno economico.
In definitiva, le moderne tecniche di insilamento accompagnate dalle innovazioni derivanti dalla ricerca hanno permesso di ottenere insilati sempre più di qualità dando l’opportunità agli agricoltori di massimizzare le qualità del loro prodotto riducendo al minimo le perdite di sostanza secca.
Durante la raccolta, l’utilizzo di inoculi specifici può aiutare a ridurre ancor di più le perdite di sostanza secca del silo ottenendo un prodotto con standard qualitativi d’eccellenza e ritorni economici significativi.