Introduzione:

Negli ultimi periodi confrontandoci con clienti distribuiti su tutto il territorio Nazionale, è diventato piuttosto comune imbattersi in impianti che fanno utilizzo di cereali autunno vernini (frumento, orzo, triticale e miscugli) a supporto di altri insilati e/o come insilati di prima scelta; da una parte tale volontà è dovuta ad una razionalizzazione riguardo l’utilizzo delle superfici coltivabili a disposizione e dall’altra in relazione alle prospettive future legate allo sviluppo del mondo biometano.

 

Vantaggi di utilizzo:

La semina di queste graminacee nell’ottica di sostenibilità circolare dell’utilizzo delle superfici coltivabili sia per massimizzare la produzione di biomassa sia a livello di sostenibilità ambientale apporta diversi vantaggi:

  • aumento di produzione (metano per ha) per unità di superficie coltivata;
  • riduzione dell’erosione del suolo, del dilavamento dei nutritivi, arieggiamento del terreno (grazie allo sviluppo radicale) e controllo delle infestanti grazie alla presenza della coltura durante il periodo invernale;
  • ampia possibilità di sfruttamento del digestato (sia in prearatura sia, con idonei macchinari, in fase di levata);
  • aumento della CO2 che viene fissata nel suolo, concorrendo a ridurre l’effetto serra;
  • bassi costi a ettaro rispetto al cereale estivo per eccellenza, il mais (rapporto 1:2);

 

Condizioni di raccolto in relazione all’utilizzo nei biodigestori:

Per questi prodotti in particolari risulta essere di primaria importanza la corretta scelta dell’epoca di raccolta, nel mondo biogas ed in generale al fine di ottenere la maggior resa in termine energetico si tende ad aumentare la maturazione per accrescere il più possibile l’amido all’interno delle cariossidi.
L’epoca di raccolta è sicuramente la più importante problematica che affligge questi cereali e riguarda sicuramente la velocità temporale nella quale variano la propria maturazione.

Attenzione, dunque, deve essere posta nella valutazione riguardo l’accrescimento della quantità di amido e relativi valori di sostanza secca tenendo in considerazione la quantità di prodotto da raccogliere in relazione al rapido viraggio (da maturazione ideale a compromissione del prodotto) onde evitare di raccogliere materiale troppo “secco” ottenendo una quota indigeribile ai fini energetici.
La scelta giusta relativa al periodo di raccolta (ideale maturazione cerosa) ci consente di ottenere un prodotto con una sostanza secca ideale compresa tra il 32-37% con una quota di amido relativa compresa tra il 15-20% (espressa sul secco).
E’ chiaro come all’avanzare della maturazione aumenti di conseguenza la sostanza secca ed il contenuto di amido ma, sulla base di esperienze osservate negli impianti, spingersi oltre i valori di maturazione prima citati porta in molti casi a problematiche legate alla gestione del prodotto all’interno dei biodigestori (ad esempio si pensi alle problematiche di galleggiamento, diluizione etc.).

 

Trinciatura ed insilamento:

L’altezza di taglio indicata come ottimale è di 10 cm, tale indicazione viene fornita soprattutto per evitare di andare ad intaccare il foraggio con materiale proveniente dal terreno potenziale inoculo per fermentazioni indesiderate e relativa compromissione del corretto processo di conservazione.
A seconda poi della maturazione del prodotto si renderà necessario regolare la lunghezza di taglio che, per il mondo biogas, dovrà sempre essere sempre la più corta possibile sia per una questione di risposta e gestione all’interno dei biodigestori sia per una questione di miglior compattamento e relativa conservazione in trincea.

Al fine di ottenere una buona conservazione è bene insistere sul sottolineare come sia fondamentale compattare adeguatamente la massa per ottenere una rapida fermentazione che stabilizzi la massa insilata e impedisca fermentazioni aerobiche e/o fermentazioni indesiderate e limiti al minimo le perdite di sostanza secca.
A causa della naturale conformazione di questi foraggi infatti, essi tendono ad essere predisposti ad una difficoltà nell’espellere ossigeno dal silo e di conseguenza il rischio di instabilità aerobica è più marcato se paragonato ad altri insilati.

Raggiungere densità di 500-550 kg Tq/m3 e utilizzare coperture a barriera di ossigeno totale, sia per la zona superficiale del silo sia per quanto riguarda i muri di contenimento, è il nostro obiettivo.

 

Problematiche fermentative:

Infine, toccati tutti i punti riguardanti le corrette pratiche da adottare in fase di scelta di epoca di taglio e successiva trinciatura ed insilamento interviene  poi l’aspetto legato alle fermentazioni dal momento che questi cereali sono sicuramente i più a rischio per potenziali problematiche fermentative, in particolar modo poi se ci troviamo difronte a prodotti umidi che tendono ad avere fermentazioni iniziali lente con relativa produzione di acidi indesiderati troppo spesso rilevati in trincee con questi prodotti.
Pur non arrecando come nel mondo dell’allevamento animale problematiche sanitarie, un insilato mal conservato provoca una perdita qualitativa e di conseguenza economica molto ingente dal momento che lieviti e muffe ad esempio inibiscono la digeribilità della fibra causando separazione solido liquida in vasca e relativo incremento dell’assorbimento energetico da parte dei sistemi di agitazione per far fronte a tale problematica.
E’ dunque sempre consigliabile, partendo dal presupposto di attuare tutte le migliori pratiche di gestione di cantiere, utilizzare inoculi microbici specifici a base di batteri omolattici ed eterolattici specifici capaci di accelerare le fasi iniziali di acidificazione della massa e cooperare alla stabilizzazione del silo ed alla sua conservazione nel tempo (anche una volta aperta la trincea).

In definitiva, considerando quello fin qui detto non dobbiamo dimenticarci che la scelta della coltura e l’integrazione in ricetta, deve tenere conto anche:

  • della fermentescibilità della razione e della sua gestione;
  • del tempo di ritenzione dell’impianto;
  • della funzionalità della miscelazione rispetto la ricetta stessa;

La coltivazione dei cereali vernini è un’ottima opportunità di ridurre i costi di gestione dell’azienda agricola, diminuire i costi d’alimentazione e migliorare l’ambiente.