Frequentemente ci capita di interloquire con i diretti interessati ai lavori riguardo la corretta gestione di una pulizia digestori, un evento poco frequente nella vita dell’impianto ma molto impattante in termini economici, che procura preoccupazione alla maggior parte dei proprietari di impianti biogas a causa dei negativi risvolti economici.
Diverse possono essere le motivazioni che portano ad una pulizia dei digestori, in questo breve articolo cercheremo di evidenziare alcuni esempi in cui si rende necessario un intervento di pulizia e ripristino delle vasche e illustreremo alcune accortezze per ridurre le perdite dirette ed indirette derivanti dalla manutenzione.
Deposito
Sulla base di esperienze avute durante gli anni negli impianti biogas si è capito come l’accumulo di materiale sul fondo dei digestori come ad esempio sabbia, detriti, ghiaia e materiale inerte in generale abbia un impatto negativo sul funzionamento dell’impianto e ne riduca in modo drastico la resa in termini di biogas prodotto a causa del maggior apporto di biomasse necessario per sopperire alla riduzione del tempo di ritenzione (tempo necessario per il corretto svolgimento della digestione anaerobica) causato dal materiale inerte presente in vasca che riduce i metri cubi a disposizione per la digestione da parte dei batteri dedicati.
Ovviamente ogni caso è a sé dal momento che in base alla ricetta utilizzata per alimentare l’impianto, alla tipologia stessa di impianto in termini costruttivi e alla quantità di vasche presenti abbiamo un differente impatto e situazioni operative molto diverse.
Tutti i materiali inerti prima citati non possono essere asportati tramite le pompe presenti in impianto dal momento che vanno a creare una sorta di strato molto compatto sul fondo delle vasche che non è possibile rimuovere in alcun modo se non andando ad agire in modo meccanico; quando ciò si verifica è necessaria dunque una pulizia completa dell’intero digestore.
Questo processo provoca non poche preoccupazioni a qualsiasi proprietario di impianto biogas dal momento che porta ad un importante perdita economica e un rischio per la corretta stabilità della biologia. Nonostante questo, tali pulizie si rilevano necessarie per un corretto sfruttamento delle biomasse inserite in impianto andando ad impiegare tutti i metri cubi disponibili nelle vasche sfruttando al massimo il tempo di ritenzione disponibile.
Crosta
Un altro caso nel quale tipicamente si va incontro ad apertura delle vasche e manutenzione è causato dalla formazione di crosta nei digestori dovuta ad innumerevoli motivazioni che portano all’impossibilità di eliminarla attraverso i mezzi a disposizone dell’impianto (esempio agitazione, movimentazioni, ect..). Tipicamente quando si parla di crosta di crosta si intende la formazione di galleggiamento sueprficiale di materiale non completamente omogenizzato che, se non correttamente gestito, porta appunto alla formazione di uno strato di crosta che con il passare del tempo tende ad aumentare fino all’arrivo di un punto di non ritorno con obbligo di apertura palloni ed asportazione meccanica. In questi casi abbiamo una perdita in termini economici ancora più impattante rispetto al caso precedentemente esposto dal momento che la quantità di materiale da rimuovere è molto maggiore con conseguente allungamento dei tempi di lavoro e relative perdite economiche per ridotta o mancata produzione in base alla tipologia di impianto. Bisogna infatti ricordare come ogni impianto abbia delle specifiche caratteristiche che bisogna studiare e conoscere per poterle sfruttare a proprio vantaggio.
Manutenzione correlata e relativa riduzione perdite economiche
Tutti gli impianti necessitano chiaramente di una periodica manutenzione ordinaria e straordinaria, queste manutenzioni che coinvolgono tutte le componenti dell’impianto si rendono necessarie per un corretto svolgimento di tutte le fasi produttive. La pulizia vasca, solitamente poco frequente durante l’intera vita dell’impianto a meno di situazioni particolari, riveste un ruolo molto importante e fondamentale per il corretto svolgimento di tutte le attività impiantistiche sia da un punto di vista meccanico che biologico.
Ove possibile, si consiglia sempre di affiancare alla manutenzione delle vasche altri lavori manutentivi necessari allo svolgimento ottimale di tutto il processo ed al corretto funzionamento dell’impianto, come ad esempio la sostituzione dei palloni di accumulo gas, la verifica degli agitatori e delle loro componentistiche, la manutenzione o sostituzione dei cogeneratori, il ripristino dei sistemi di riscaldamento, la verifica della pulizia delle tubazioni di trasferimento gas, il controllo del sistema di distribuzione e tutte le principali componentistiche che potrebbero necessitare di fermi produttivi per essere ripristinate.
Riuscendo a concentrare diverse operazioni necessarie al corretto funzionamento dell’impianto riusciamo a ridurre le perdite produttive al minimo ottimizzando le tempistiche per i lavori concentrandoli nello stesso periodo di tempo.
Non dobbiamo poi dimenticarci dei risvolti a livello biologico derivanti da questi fermi prolungati, come sappiamo infatti l’impianto viene normalmente alimentato con cicli cadenzati durante l’intero corso della giornata volti al mantenimento di una biologia viva capace di produrre gas in modo costante e continuo. Intervenendo con lavori manutentivi come quelli precedentemente descritti il normale ciclo di alimentazione e diluizione viene inevitabilmente sconvolto, per questo motivo esistono piccole accortezze capaci di velocizzare la ripartenza dell’impianto andando a ridurre al minimo le perdite produttive che avvengono post- manutenzione.
Un esempio di tali accortezze è quello di tenere costantemente sotto controllo il processo produttivo, in fase di ripartenza è fondamentale effettuare analisi di laboratorio frequenti in modo da poter stabilire la razione ideale e garantire così la più veloce ripresa a pieno regime dell’impianto senza incorrere in pericolosi problematiche come quella dell’acidosi.
In definitiva, possiamo affermare come la manutenzione di un impianto rivesta un costo importante all’interno del business plan aziendale, la programmazione manutentiva però permette di ridurre al minimo le perdite dirette dovute alla mancata fatturazione di energia elettrica prodotta; ridurre dunque al minimo le spese programmando le manutenzioni risulta fondamentale per non generare extra costi esponenziali.