Ormai quotidianamente, veniamo bombardati da notizie riguardanti l’inquinamento da plastica.

Basti pensare che ogni anno, solo in Italia beviamo 11,5 miliardi di litri di minerale in bottiglie di plastica, a cui vanno ad aggiungersi flaconi di detersivo e shampoo, vaschette per l’ortofrutta, vasetti di yogurt e contenitori delle uova, oltre a sacchetti della pasta e dei surgelati.

Questo perché i materiali plastici, ricavati dal petrolio, sono economici, versatili, leggeri e resistenti, la plastica quindi, è ormai ovunque: è sulla superficie degli oceani, sotto i ghiacci delle montagne, sul fondo degli abissi marini, sulle coste di isole remotissime, persino nel nostro corpo. L’inquinamento ambientale da plastica è talmente presente, che gli scienziati hanno addirittura suggerito di usarlo come indicatore biologico dell’avanzamento dell’era dell’Antropocene, e la situazione sembrerebbe destinata a peggiorare.

Il grafico di seguito riporta infatti, la crescita esponenziale che ha avuto la produzione di plastica dal 1950 ad oggi, con le previsioni per il futuro, che appunto non sono confortanti.

Fonte: PlasticsEurope (PEMRG)/Consultic -The facts 2013/2015

Greenpeace.org – UN GRID-Arendal – Elaborazione Culligan

 

Nel 2018 il Parlamento Europeo, per correre ai ripari, ha quindi approvato la direttiva 851/2018, che vieta l’utilizzo entro il 2021, di articoli in plastica monouso.

L’accordo rafforza inoltre l’applicazione del principio di “chi inquina paga”, introducendo un regime di responsabilità estesa del produttore (EPR), ovvero “una serie di misure adottate dagli Stati membri volte ad assicurare che ai produttori di prodotti spetti la responsabilità finanziaria o la responsabilità finanziaria e organizzativa della gestione della fase del ciclo di vita in cui il prodotto diventa un rifiuto”.

Si renderà quindi necessario “incentivare i produttori, al momento della progettazione dei loro prodotti, a tenere conto in maggior misura della riciclabilità, della riutilizzabilità, della riparabilità e della presenza di sostanze pericolose in fase di progettazione”.

L’EPR nasce dalla consapevolezza che sia necessario intervenire a monte dei processi produttivi, fin dalla progettazione dei prodotti, per poter affrontare il crescente problema della produzione eccessiva di rifiuti, migliorare la gestione delrifiuti a valle, e ridurre gli impatti ambientali, contribuendo anche alla prevenzione dei rifiuti.

 

Fonte: laboratorio REF ricerche

Ed è in quest’ottica di biosicurezza, salvaguardia della natura e sostenibilità ambientale, concetti che prende molto seriamente, che Biocustom presta particolare attenzione sia ai prodotti che al loro imballaggio sin dalla sua nascita.

 

I nostri prodotti sono confezionati in packaging biodegradabili:

 

  • Facili da utilizzare (nei sacchetti le dosi sono regolate per uso giornaliero o settimanale)

  • Sicuri per gli operatori (non entrano mai a contatto con il prodotto)

  • A bassissimo impatto ambientale (abbiamo reso riciclabile tutto quello che è possibile)

 

 

Questo perché crediamo che un mondo migliore si costruisca a piccoli ma fondamentali passi quotidiani, e come diceva Ernest Hemingway

“La Terra è un bel posto, e vale la pena lottare per lei.”

Scegliamo quindi di lottare ogni giorno a fianco di centinaia di imprenditori agricoli e biogassisti per dare ai nostri figli un futuro migliore e più ecosostenibile.