Confrontandoci con i nostri clienti e potenziali tali, ci capita sovente di intavolare confronti e riflessioni riguardo gli autoconsumi degli impianti, vi sono infatti diverse visioni in merito che portano molto spesso a prospettive distorte di tale argomentazione.
Ad esempio, alcuni considerano l’autoconsumo come un fattore secondario nella gestione dell’impianto che spesso e volentieri non viene nemmeno conteggiato, altri invece ricercano costantemente la sua riduzione massima, compatibilmente con la corretta gestione, al fine di ottimizzare i ricavi ed evitare inutili assorbimenti che influenzano la redditività dell’impianto stesso.
Bisogna partire da un presupposto fondamentale prima di poter affrontare tale concetto ossia come, ogni fonte di energia consumata per le necessità dell’impianto (ad esempio il funzionamento degli agitatori, dei radiatori del motore ect.), venga prelevata dalla quota di energia prodotta giornalmente dall’impianto e per tale motivo parliamo di autoconsumo che incide in modo diretto sui ricavi aziendali.
Se si considera che un solo punto percentuale di autoconsumo risparmiato in un anno da un impianto con potenza nominale di 999 kWh, ad incentivazione massima, implica un risparmio di circa 25.000 €, è facile capire come tale fattore sia da prendere in forte considerazione per ottimizzare i ricavi.

 

Spesso e volentieri ci capitano richieste da potenziali nostri clienti riguardanti la volontà di ridurre le spese, ad esempio i costi della ricetta, della manutenzione o ancora quelli di spandimenti quando focalizzandosi sulla corretta gestione dell’impianto da un punto di vista biologico e meccanico per ridurre i mancati ricavi derivanti dall’autoconsumo si potrebbero aumentare gli introiti per poi concentrarsi su altri versanti.
Questo discorso non vale solamente per gli impianti di grossa taglia, chiaramente i risparmi sono proporzionali alla taglia dell’impianto e relativo incentivo percepito ma questa riflessione rimane valida per tutti gli impianti compresi quelli con autoconsumo minimo prestabilito.
Ci capita frequentemente infatti di trovare impianti con autoconsumi elevati anche in quei casi dove abbiamo già una quota minima di autoconsumo che viene scalata mensilmente dalla quota di energia prodotta,  ad esempio dell’11%, arrivando in particolari condizioni di mala gestione a riscontrare autoconsumi superiori al 15% e oltre derivanti da una scorretta gestione e conseguente riduzione degli introiti.
I casi più frequenti negli impianti in cui viene riscontrato un alto autoconsumo sono quelli dove a causa di ricette biologicamente scorrette dovute ad esempio:

  • ad un utilizzo improprio in termini quali e quantitativi degli insilati fibrosi, dei letami, delle polline, di sottoprodotti particolari etc.;
  • delle modalità di carico errate come ad esempio le tempistiche in relazione alle movimentazioni in vasca, le quantità di materiale solido/liquido carico per singolo ciclo etc.;

vengono mantenuti dei tempi di lavoro, ad esempio degli agitatori o delle pompe di servizio, molto elevati per consentire una condizione di omogeneità in vasca che permetta lo svolgimento dell’attività biologica altrimenti rallentata/inibita.
Agendo invece alla fonte del problema come ad esempio a livello di scelta e gestione delle biomasse, controllo del carico e dei pompaggi, modalità di movimentazione degli agitatori e relative potenze e tempi di lavoro possiamo ottenere lo stesso risultato e talvolta migliorie notevoli andando a ridurre in modo significativo gli autoconsumi con conseguente diretto aumento dei ricavi e parallelamente in modo indiretto riducendo l’usura dei componenti dal momento che ne riduciamo i tempi di lavoro e relativo sforzo.

Tramite queste brevi riflessioni si è voluto invitare tutti i proprietari di impianti a riflettere riguardo questo argomento che, se per alcuni potrebbe sembrare di secondaria importanza, una volta analizzati i numeri reali siamo sicuri cambieranno opinione.
Vogliamo infine ricordare come, un impianto con bassi autoconsumi, sia non solo fonte di ricavi maggiori ma anche lo specchio di una situazione biologica corretta ed in salute; argomentazioni su cui riflettere.