L’ insilato di mais, oltre a rappresentare una risorsa molto importante nel settore zootecnico, riveste un ruolo di primaria importanza nell’ alimentazione degli impianti biogas. Nella maggior parte dei casi è alla base della ricetta alimentata in impianti con potenze superiori ai 100 kWh. Di conseguenza è molto importante preservare e ottenere dei prodotti di qualità con lo scopo di sfruttarne a pieno le loro potenzialità all’ interno del processo fermentativo. Nell’ ultimo periodo la coltivazione di questa biomassa è diventata sempre più ostica e complicata sia per i cambiamenti climatici in corso sia per l’aumento dei costi di produzione con difficoltà enormi nel portare ad una corretta fase di maturazione e quindi di raccolta il prodotto finale; da qui l’ottenimento di un prodotto di qualità può limitare significativamente le perdite sia economiche che gestionali.
Ci sono da considerare diversi fattori che influenzano la qualità finale del prodotto:
- Genotipo
- Fattori ambientali
- Pratiche agronomiche
- Fasi fenologiche (maturazione ed epoca di raccolta)
- Insilamento e apertura del silo
In questo articolo ci soffermeremo sulla maturazione e quindi sulla corretta epoca di raccolta dell’insilato di mais. La scelta influisce direttamente su due fattori quali TENORE DI SOSTANZA SECCA e QUANTITA’ DI AMIDO che incidono sul potenziale energetico finale.
Per comprendere meglio tale aspetto, è necessario considerare diversi INDICI e PARAMETRI che entrano in gioco durante le fasi fenologiche della pianta soprattutto durante la sua maturazione.
TENORE DI SOSTANZA SECCA
La sostanza secca, che si ottiene eliminando l’umidità di un campione essiccandolo in stufa, rappresenta un parametro fondamentale che, come vedremo più avanti, subirà delle variazioni durante la maturazione della pianta e sul quale vengono rapportate tutte le componenti chimiche del trinciato (amido, proteine, fibra etc.). Così facendo, è possibile confrontare la qualità dei campioni aventi un differente tenore di sostanza secca alla raccolta.
AMIDO
L’ amido contenuto nel trinciato è la componente più importante e fonte energetica qualsiasi sia la destinazione d’ uso del prodotto finale. La sua digeribilità dipende dal genotipo ma soprattutto dalla rottura della granella e dalla corretta conservazione in trincea.
FIBRA
Per fibra si intende la componente della parete delle cellule vegetali composta da EMICELLULOSA, CELLULOSA E LIGNINA. Viene suddivisa in tre frazioni:
- NDF (fibra neutro detersa) emicellulosa, cellulosa, lignina
- ADF (fibra acido detersa) cellulosa, lignina
- ADL lignina
La digeribilità della fibra (NDFD) influisce sull’ apporto energetico del trinciato e rappresenta la % di NDF che viene degradata durante il processo fermentativo ad opera della flora microbica. Infine, vanno considerate tutte le altre componenti quali LIPIDI, CENERI e PROTEINE.
CORRETTA EPOCA DI RACCOLTA (STADIO DI MATURAZIONE)
Lo stadio di maturazione a cui si fa riferimento per la raccolta dell’insilato di mais da trinciato, è la maturazione cerosa della pianta. Durante questo periodo dopo circa 45/50 giorni dalla fecondazione, si ha l’accumulo di amido all’ interno delle cariossidi che appaiono pastose e intaccabili con un’unghia. La valutazione viene effettuata direttamente in campo valutando la cosiddetta “linea del latte” all’ interno delle cariossidi. Essa rappresenta la linea di demarcazione tra la matrice solida (amido) e la matrice liquida (zuccheri) e man mano che procede la maturazione si sposta dalla corona verso il tutolo. Quando quest’ ultima si trova a metà o due terzi delle cariossidi, il mais può essere considerato pronto per la raccolta; durante tale fase, infatti, si ha il massimo accumulo di amido e aumenta esponenzialmente la digeribilità della fibra trovandosi in un range ottimale.
La difficoltà però, nel determinare la corretta epoca di raccolta, sta nell’ individuare il giusto compromesso tra la maturazione della cariosside (linea del latte tra il 50/60%) e la maturazione dell’intera pianta. Spesso, infatti, l’intera pianta secca molto velocemente anticipando la maturazione della cariosside con un accumulo limitato di amido che risulta non adeguato. Per questo motivo la scelta dell’ibrido da utilizzare è determinante consigliando quindi ibridi con uno “stay green” il più lungo possibile e che quindi abbiano la capacità di mantenersi più verdi a lungo permettendo una finestra di raccolta più ampia con il raggiungimento di contenuto di amido ottimale.
Come detto precedentemente, il tenore di sostanza secca risulta un parametro fondamentale da considerarsi e risulta correlato alla linea del latte nelle cariossidi. Durante la fase di maturazione, la sostanza secca infatti aumenta linearmente con la linea del latte fino a un tenore del 45 % (linea del latte 100%). In ogni caso è da considerarsi ottimale un valore intorno al 33/35% indicante lo stadio ottimale di raccolta dell’insilato di mais.
Contrariamente a quanto si possa pensare, studi recenti hanno dimostrato che l’avanzamento dello stadio di maturazione e quindi del tenore della sostanza secca, non abbiano un impatto significativo sulla digeribilità della fibra (NDF) ma si sconsiglia di ritardare il momento della trinciatura in quanto oltre il 35 % di sostanza secca si riduce la digeribilità sia dell’amido che della fibra a seguito dell’aumento della lignina. Quest’ ultima risulta indegradabile dai batteri metanigeni e quindi non produce gas. Inoltre, oltre a non essere assimilabile lega le proteine impedendone la digestione durante il processo di digestione anaerobica.
Riassumendo possiamo affermare che la corretta epoca di raccolta al fine di ottenere un trinciato di qualità debba essere il giusto compromesso tra:
- Una corretta umidità del prodotto che influisce sulle fasi dell’insilamento. Ottenere un prodotto troppo secco, infatti, oltre a risultare ricco di lignina, risulta complicato da compattare all’ interno del silo;
- Accumulare quanto più amido possibile;
- Corretta valutazione della fibra orientandosi verso ibridi con uno stay green maggiore limitando quindi l’accumulo di lignina nel tempo.
Negli ultimi anni, nonostante tutti gli sforzi messi in atto per limitare le difficoltà che sta attraversando il settore agricolo, notiamo una sempre maggior apprensione riguardante i costi di gestione in costante aumento, parallelamente alle problematiche climatiche che stanno portando una sempre più alta sensibilizzazione riguardo l’ottimizzazione di tutte le fasi produttive. È proprio per questo motivo che risulta necessario ora come non mai, ottenere il massimo potenziale dalla coltura coltivata sfruttandone a pieno l’investimento effettuato e la scelta di una corretta epoca di raccolta insieme a tutti gli altri fattori, possono risultare determinanti.